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Trento, 20 gennaio 2010
Campagna vaccinazioni anti influenza H1N1:
costi e destinazione delle dosi in eccedenza.

Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Il 6 novembre 2007, in occasione del dibattito sul disegno di legge n. 179 in materia di semplificazione dell'attività sanitaria, è stato approvato con un solo voto contrario l'ordine del giorno che prevede "che la commissione provinciale per le strategie vaccinali possa studiare anche la possibilità di proporre misure volte al graduale superamento delle vaccinazioni obbligatorie, tenuto conto delle tendenze a livello internazionale ed a livello delle altre regioni italiane; che sia coinvolta quale interlocutore della commissione anche l'Associazione Vaccinare informati; che la commissione controlli periodicamente che sia rispettato il principio dell'informazione del cittadino affinché il corrispondente consenso sia frutto di una reale consapevolezza";

Poco meno di due anni dopo, nel corso del 2009, l’ipotizzata epidemia di “influenza suina”, per la quale l’Organizzazione mondiale della sanità, l’11 giugno 2009, dichiarò addirittura lo stato di pandemia, ha fortemente allarmato i cittadini e l’opinione pubblica per molti mesi al punto da spazzar via ogni criterio di ragionevolezza e prudenza non solo nella gestione delle vaccinazioni obbligatorie, ma anche di quelle facoltative (di non certa utilità, non fosse altro, per la novità del virus di cui si voleva contrastare la diffusione). La suina è stata descritta come la nuova peste, gli scettici e coloro che invitavano ad una maggior prudenza come i nuovi untori, il contagio l’eterna minaccia da sconfiggere con un’arma formidabile: un vaccino, prontamente preparato da poche case farmaceutiche, sempre le stesse. La conseguenza è stata una corsa da parte del Governo Berlusconi e delle autorità sanitarie a procacciare un numero ingente di dosi di vaccino, firmando un contratto-capestro con la ditta produttrice (nel nostro caso la Novartis), ad esclusivo vantaggio di quest’ultima che ha comunque guadagnato somme ingenti a prescindere dalla utilità ed efficacia stessa del vaccino. Di tale contratto si è occupata anche la Corte dei Conti denunciando i rischi insiti in una operazione mantenuta segreta, come si trattasse di una operazione antiterroristica o che investisse la sicurezza nazionale. La premessa del contratto, scrivono i magistrati contabili, «sembra vanificare a favore della Novartis tutti i successivi vincoli contrattuali»; viene prevista «la possibilità del mancato rispetto delle date di consegna del prodotto, senza l’applicazione di alcuna penalità»; si stabilisce che «il Ministero accetti il prodotto anche in assenza dell’autorizzazione all’ammissione in commercio in Italia»; e ancora: «le garanzie poste a favore del Ministero in caso di mancata autorizzazione all’ammissione in commercio del prodotto in Italia (...) non appaiono correlate all’esborso finanziario sopportato dal Ministero fino a quella data, né bilanciate con quelle poste a carico del Ministero medesimo nel caso di impossibilità di ritiro del prodotto»; nel rilevare difetti di fabbricazione o danni del prodotto, viene richiesto «l’accordo della Novartis sull’esistenza degli stessi»; si prevedono «rimborsi al Ministero per danni causati a terzi, limitatamente a causa di difetti di fabbricazione», mentre il Ministero dovrà risarcire Novartis «per danni causati a terzi in tutti gli altri casi»; viene stabilito il pagamento a Novartis di oltre 24 milioni di euro, Iva esclusa, «ai fini della partecipazione ai costi in caso di non ottenimento dell’autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto»; si specifica che «qualora il contratto venga risolto per violazioni di disposizioni essenziali da parte di Novartis, il pagamento dovrà essere ugualmente effettuato per il prodotto fabbricato e consegnato». La Corte dei Conti conclude evidenziando che l’articolo 10.2 del contratto «considera informazioni riservate anche l’esistenza del contratto e le disposizioni in esso contenute, clausola - in considerazione dell’evidenza pubblica della procedura - impossibile da rispettare» e rimarcando il fatto che manca nel contratto il parere di un organo tecnico che attesti «la congruità dei prezzi in esso concordati».

Fortunatamente dell’ipotizzata e strombazzata epidemia influenzale (da molti paragonata per i possibili effetti alla “spagnola” che, all’inizio del secolo scorso, provocò più morti di quelli contati alla fine della prima guerra mondiale), non v’è stata sostanzialmente traccia e, vista la situazione, anche il ricorso alla vaccinazione di massa non ha avuto grande adesione da parte della popolazione. Anche la abituale epidemia influenzale che si presenta regolarmente ad ogni autunno/inverno non c’è stata o , se c’è stata, ha avuto effetti modestissimi, quasi irrilevanti. Gli ultimi dati messi a disposizione dal Ministero della salute attraverso «Influnet» fotografano la situazione alla 53ª settimana: dal 28 dicembre 2009 al 3 gennaio 2010 sono state somministrate in Italia 2.956 dosi di vaccino, portando a 821.672 il numero totale (più di 7.000 in Trentino). La copertura vaccinale totale risulta pari al 4%. Sostanzialmente una vaccinazione fatta per niente.

Si è dunque determinata una eccedenza di dosi vaccinali, eccedenza che riguarda anche il Trentino. Ad oggi risultano ancora inutilizzate da parte dell’Azienda sanitaria provinciale decine di migliaia di dosi di vaccino anti influenza H1N1 – o di tipo A – dosi che, presumibilmente, a causa dell’esaurirsi della pandemia rimarranno inutilizzate anche in futuro,

Tutto ciò premesso

si interroga la Giunta provinciale per sapere:

1. quante dosi di vaccino per l’influenza di tipo A sono state acquistate dall’Azienda sanitaria provinciale, da quali fornitori e per quale importo complessivo;

2. quante dosi sono state somministrate fino alla data odierna e quale si presume potrà essere la consistenza delle dosi inutilizzate, stante l’esaurimento della pandemia e la pratica inutilità di ulteriori vaccinazioni;

3. che ne sarà delle migliaia di dosi inutilizzate; saranno distrutte, riconsegnate alle industrie farmaceutiche e con quali costi;

4. se sia stato rispettato quanto disposto dall'ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale il 6 novembre 2007 ed in particolare quali proposte sono state formulate dalla commissione in merito alla possibilità di superamento delle vaccinazioni obbligatorie.

cons. Roberto Bombarda

 

     

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